Negli ultimi anni il numero di collezionisti ed appassionati di opere d’arte è cresciuto considerevolmente come attestato anche da studi e ricerche di settore.
In aggiunta ai collezionisti d’arte in senso stretto, questa tendenza attrae un gran numero di soggetti interessati anche ad investimenti di natura non finanziaria, in grado di mantenere ed aumentare il loro valore nel tempo.
Peraltro, i beni di natura artistica (a differenza degli asset finanziari) necessitano di particolari cure ed attenzioni che comportano costi aggiuntivi anche di particolare entità, da cui comunque non si può prescindere.
Vanno infatti considerati, a titolo di esempio:
I costi di ottenimento di attestati di autenticità, ottenibili solo al compimento di accertamenti da parte di professionisti,
I costi di transazione che possono essere anche del 15% aggiuntivi al prezzo d’acquisto, qualora l’opera venisse comprata in una casa d’aste.
I Costi derivanti dai premi assicurativi.
Costi di custodia (eventualmente in ambienti protetti).
Tali costi accrescono l’impegno finanziario di questa tipologia di investimento, e, conseguentemente, la necessità di tutelare la loro l’integrità e la loro salvaguardia nel tempo.
L’utilizzo del trust in questo ambito può essere una soluzione innovativa e funzionale.
È possibile identificare tre tipologie di trust che, con scopi e metodi diversi, permettono di ottenere notevoli vantaggi.
La prima tipologia di trust è quella tipica di asset protection, con finalità di salvaguardia delle opere d’arte e del patrimonio artistico del disponente da atteggiamenti predatori di creditori e contemporaneamente di pianificare la loro trasmissione agli eredi, evitando o minimizzando il frazionamento del patrimonio . Anche in questo caso è possibile assegnare in trust anche solo la nuda proprietà delle opere d’arte, riservandosi l’usufrutto.
La seconda tipologia , è tipica di un trust di scopo (purpose trust) mediante il quale, vengono conferite in trust opere importanti e, grazie ai profitti ottenuti dalla loro esposizione in gallerie o mostre, con il supporto di un apposito comitato di gestione e di professionisti del settore, vengono creati dei fondi per permettere ad artisti minori di esporre e vendere le proprie opere. Inoltre, le opere di maggiore importanza possono anche essere date a pegno a banche specializzate in art banking per ottenere fondi da dedicare alle finalità del trust. Questo strumento di salvaguardia per le collezioni artistiche è utilizzato soprattutto nei paesi anglosassoni, mentre in Italia non è ancora molto conosciuto.
La terza tipologia può essere considerato una forma di investment trust, dove il trust investe tutto o parte del proprio fondo in opere d’arte (non financial assets) o in fondi dedicati, con finalità economiche. precedentemente citate. In questo caso, il trust cura le opere creando anche dei ricavi che successivamente vengono utilizzati per stanziare fondi a favore di artisti meno conosciuti o per acquistare nuovi beni da integrare alla collezione.
Come si può vedere, grazie alla costituzione di un trust, il Trustee con determinate competenze ed aiutato da professionisti del settore è in grado di raggiungere lo scopo indicato nell’atto di trust.
Pertanto, anche nel settore artistico, il trust può avere un compito fondamentale e portare grandi vantaggi al proprietario della collezione, ai beneficiari e alle comunità in generale.